giovedì 5 maggio 2011

MP - LO SPAZIO E IL SUONO - A.A. 2008/2009 - programma del laboratorio

 

Iannis Xenakis, Stratégie, 1965
 Pubblichiamo il programma del laboratorio di tesi di Interior Design del terzo anno della Scuola di Design di NABA, tenuto nell'A.A. 2008/2009.
Il tema è stato il rapporto tra spazio e suono, e più in particolare quello tra architettura e musica.
Durante l'anno il corso ha avuto molti interventi qualificati. Il compositore e musicista Massimiliano Viel ha svolto un ruolo fondamentale sia dal punto di vista teorico, sia per il contributo dato nello sviluppo di alcune tesi. Il regista del suono Hubert Westkemper ha tenuto un seminario dedicato in particolare all'ascolto binaurale, con esperimenti in aula. Ricciarda Belgiojoso ci ha introdotti nel mondo del suono come materiale di progettazione degli spazi pubblici. Il pittore e videoartista Franco Duranti ha tenuto una lezione sul rapporto partitura/pittura, esponendo anche propri lavori. Steve Piccolo, musicista e sound-designer, ha parlato della ricerca che sta conducendo da anni sul suono nei musei, Ramuntcho Matta nella lezione "Contre l’abysse musicale et pour une subjectivité sonore" ha posto al centro del discorso musicale la libertà, contro ogni autoritarismo.

INTRODUZIONE
L’occhio e l’orecchio.
Lo spazio e il tempo.
Il design e la musica.
L’oggetto e il suono.
Mondi lontani.
Lontani, forse in apparenza. E poi, mondi?
Avranno senso queste definizioni e contrapposizioni?
Le discipline esistono, hanno una storia, dei princìpi che mutano nel tempo, metodologie e procedure, insegnamenti e bibliografie, apparati e burocrazie. E dunque hanno senso.
Ma intersezioni esistono.
L’una può influenzare l’altra, può dipendere dall’altra, può trovare nell’altra linfa inaspettata per sperimentare contenuti altrimenti non raggiungibili in processi autoreferenziali, canonici in senso classico. Al punto da fondersi, da non distinguersi.
Possiamo usare il suono come materiale da costruzione alla pari del legno, dell’acciaio o della luce. Per un oggetto o per uno spazio.
Il design come l’architettura sono arti primariamente definite dall’occhio.
La musica dall’orecchio.
I suoni in generale vivono grazie all’orecchio, ma attraversano anche il corpo, un interno-interiore nell’interno-ambiente, determinando percezioni di altri organi.
E poi, per quanto ancora in minima parte, esiste una loro trasposizione codificata su carta, che sopravvive alla loro e nostra vita.
Qualcosa provoca un suono, e quel qualcosa può essere anche un oggetto, anche un’architettura in senso esteso. Allora, come designer dell’oggetto o dello spazio (continuamo a usare queste parole, oggetto e spazio, per pura semplicità, ma ne conosciamo l’ambiguità) possiamo pensare di definire o ridefinire quel qualcosa. Anche di darne un senso nuovo.
Così come possiamo ridefinire lo spazio entro il quale le cose (strumenti, dispositivi, amplificatori e via di seguito) suonano, arrivando a suggerire nuove composizioni, o nuove modalità di ascolto.
John Cage scriveva che la musica del passato “aveva a che fare con i concetti e la loro comunicazione, la nuova musica invece non ha niente a che fare con questo, ma solo con la percezione”.
Nuove percezioni non solo visive, ma legate ancor più all’esperienza nel tempo, quel tempo senza il quale ogni spazio, ogni oggetto sarebbe solo natura morta.

PRIMO PROGETTO
Il corso prevede una prima esercitazione progettuale con consegna il 5/12/2008, relativa all’allestimento di uno strumento musicale in uno spazio di 6x6x6 m, sala di un ipotetico museo degli strumenti musicali nella quale dev’essere possibile, a orari prestabiliti, l’ascolto dello strumento esposto per un piccolo gruppo di visitatori.

SECONDO PROGETTO / PROGETTO DI TESI DI LAUREA
Si propongono due famiglie di interventi:

1. spazio e suono

Premessa
“Ecco, appunto…lo spazio…Potremmo forse dirla con Foucault, ad un momento storico dato insorgono delle “eterotopie” destinate all’ascolto musicale. Accanto ai cimiteri, ai manicomi, alle prigioni, si edificano i teatri e le sale da concerto. Mi pare che un’analogia strettissima conta fra (…) l’unificazione dei suoni attraverso la “Was ist?-frage” e quest’unificazione dello spazio dell’esecuzione-ascolto musicali. La concentrazione e l’omogeneizzazione dello spazio, la perdita della multispazialità possibile del fatto musicale si saldano strettamente alla riduzione netta della possibile polivocità, multivocità dei “sensi” d’ascolto. In tale costrizione incrociata, ascolto e spazio dell’ascolto vengono concepiti, risaputi insieme.”
(Luigi Nono/Massimo Cacciari 1985)

Cos’è dunque lo spazio?
Possiamo sostenere che “lo spazio non è niente se non è riempito di materia… lo spazio deformato dalla materia esiste soltanto grazie a questa deformazione”, come scriveva il musicista Tristan Murail nel 1981?
A partire dagli anni Cinquanta del XX secolo, alcuni compositori, come Karlheinz Stockhausen e Iannis Xenakis, hanno sentito la necessità – a causa anche delle novità introdotte dall’uso dell’elettronica nella musica – di modificare non solo il modo di fare musica, la sua stessa definizione, ma anche di ripensare ai luoghi preposti all’esecuzione e ascolto, di sostituire le forme a “scatola per scarpe” delle sale da concerto, o di uscire del tutto dai luoghi chiusi.
In “Musica nello spazio” del 1958 Stockhausen affermava che “sarebbe sensato anche chiedere allo sviluppo stesso della musica i criteri per la costruzione degli auditori, invece di partire – senza alcuna discussione – dal presupposto di non dovere eseguire altro che musica “classica” fino alla fine dei tempi”.
Sono passati 50 anni, cosa è stato fatto?
Quali sono le esigenze oggi dei musicisti sperimentali in fatto di spazio e di ambiente?

Progetto
1. Allestimento di un evento di musica contemporanea e sperimentale.
2. Allestimento di una mostra legata alla musica contemporanea e sperimentale, su:
- un’opera (Padiglione Philips di Le Corbusier/Xenakis, Polytope di Xenakis, sfera di Osaka per l’Expo 1970 di Stockhausen, etc.),
- un autore (Stockhausen, Cage, Xenakis, Brant, etc)
- un tema

2. spazio è suono

Premessa
“Un paesaggio sonoro è un qualsiasi campo di studio acustico. Paesaggio sonoro può essere una composizione musicale, un programma radio o un ambiente acustico. (…) Un paesaggio sonoro è fatto di eventi uditi, non di oggetti visti”. Così scriveva Murray Schafer nel 1977.
Negli ultimi decenni la distinzione tradizionale tra suono rumore silenzio e musica ha perso significato: “La musica è il suono, i suoni che ci circondano, ci si trovi o meno in una sala da concerto”, scriveva John Cage, musicista e artista dissacratore, che ha lavorato con il caso dando al silenzio il valore di suono.
Domanda: è possibile suonare un edificio come se fosse uno strumento? Sentire il volume e le dimensioni, i materiali, i caratteri e le funzioni? Introdurre dunque il suono nel progetto degli interni, farlo diventare un parametro fondamentale, così come in musica è stato introdotto il parametro spazio a fianco di timbro, altezza, durata, intensità?

Progetto
3. Traduzione di un edificio in uno strumento musicale.
Non dunque spazi/architetture per la musica e per il suono ma spazi che creano suono.
Il design acustico e quello spaziale si identificano.
4. Allestimento di una mostra sul suono in un ipotetico centro per la musica (che comprende spazi accessori quali piccolo bookshop, bar, etc).

NOTE GENERALI
Luogo di intervento
Campo di azione per tutti i progetti sarà la Rotonda della Besana o, previa ulteriore verifica, uno dei due Caselli all’Arco della Pace a Milano.
Elaborati di progetto e di tesi
Preliminarmente e parallelamente a ogni progetto di tesi viene chiesta un’indagine sul rapporto spazio/suono e in senso più stretto sul rapporto architettura/musica, attraverso ricerche approfondite:
- sugli esempi storici e contemporanei di luoghi per l’esecuzione/ascolto, con particolare riferimento a quelli più sperimentali
- sui materiali e la loro risposta al suono
- sull’uso del suono nella progettazione degli interni e in particolare degli allestimenti espositivi e museali

Queste ricerche faranno parte dell’elaborato finale di tesi (in forma cartacea e digitale), insieme agli elaborati di progetto: schizzi di studio e modelli che dimostrino lo sviluppo del progetto dalle prime idee alla versione finale, disegni tecnici, rappresentazione tridimensionali di varia natura, video e altri strumenti multimediali, prototipi.

CONTRIBUTI INTEGRATIVI ALLA DOCENZA
- Massimiliano Viel , compositore musicista e docente al Conservatorio di Bolzano
> sul rapporto musica/spazio
lezioni il 05.12.2008 e 12.12.2008  e altri interventi
http://www.maxviel.it/
http://www.myspace.com/massimilianoviel
http://www.sincronie.org/italiano/sincronie_01.htm
http://www.otolab.net/
http://www.ssim-el.net/

- Ramuntcho Matta, artista e musicista
> sul suono
lezione il 16.01.2009

- Ricciarda Belgiojoso, architetto
> sugli artisti che hanno usato il suono nel progetto degli spazi pubblici.
lezione il 30.01.2009

- Franco Duranti, artista
> sul rapporto pittura/partitura (scrittura nell’arte/scrittura della musica)
lezione il 04.02.2009

- Hubert Westkemper, regista del suono
> sulla tecnica del suono nell’architettura
lezione in marzo/aprile 2008

- Steve Piccolo, musicista e sound-designer
> sul suono negli spazi espositivi
lezione  in marzo/aprile 2008
http://www.stevepiccolo.undo.net/

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